INTERNATIONAL ACADEMY OF UNDERWATER SCIENCES AND TECHNIQUES ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI SCIENZE E TECNICHE SUBACQUEE
Conferiti i Tridenti d’Oro 2024
L’AISTS Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, per il terzo anno consecutivo, ha portato a Trieste nell’ambito di Mare Nordest 2024 la 3^ Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee con la Cerimonia di conferimento del Premio Tridente d’Oro e dell’Academy Award edizione 2024.
Quest'anno, tale prestigioso Premio è stato consegnato dal Presidente dell’AISTS Paolo Ferraro e dal Direttore Edoardo Pavia ai seguenti sei personaggi.
Andrea Alpini, esploratore che ha effettuato spedizioni subacquee su svariati relitti nel mondo, tra cui quello dell’Andrea Doria. La relazione del nuovo Tridente d’Oro – preannunciata già nella conferenza stampa d’inizio del Festival Mare Nordest 2024 – ha costituito uno dei momenti in assoluto più coinvolgenti dell’intero Festival, in quanto la memoria della nave Andrea Doria, il luogo dove giace il suo relitto, le vicende controverse orbitanti intorno al suo affondamento innescano da sempre – e ancora oggi – il più vivo interesse in tutti gli amanti delle immersioni e perfino nei non subacquei. Basti pensare che nell’ultima spedizione subacquea Andrea Alpini ha potuto documentare per la prima volta anche i resti della prua della svedese Stockholm, nave passeggeri anch’essa, della Swedish America Line, che speronò disastrosamente la grande motonave italiana, mandandola in fondo all’oceano. Il troncone di prua della Stockholm si trova a una distanza dall’Andrea Doria di per sé non impraticabile ma le condizioni della zona sono quasi sempre talmente proibitive da rendere la sua perlustrazione un’autentica sfida nella sfida.
Dalle esperienze subacquee di Andrea Alpini e dalle documentazioni messe insieme dal suo team circa questo relitto carico di fascino è nato anche un bellissimo libro dedicato, ricco d’immagini, dal titolo “Andrea Doria – un lembo di patria”, per le edizioni Magenes. Perché Andrea Alpini con questa missione esplorativa ha saputo far riemergere non soltanto le immagini di ciò che rimane della celeberrima nave e delle dinamiche del suo affondamento ma anche una pagina gloriosa della storia dell’intraprendenza italiana nella navigazione civile.
Andrea Alpini mentre racconta l’epopea dell’Andrea Doria
Marco Anzidei, ci ha accompagnato nella grande Geologia applicata allo studio dei mari nelle fasce costiere, un’interfaccia aria-terra-acqua che può a buon titolo essere considerata – insieme ai fondali – come il principale laboratorio a cielo aperto e indicatore sullo stato di salute del nostro pianeta. Lui stesso geologo e tra i più importanti geomorfologi subacquei a livello internazionale, ha coordinato numerosi progetti di ricerca volti allo studio interdisciplinare dei fondali marini e della fascia costiera; fino a costituire praticamente un archivio storico circa il divenire delle variazioni del livello del mare attraverso il tempo. Marco Anzidei è professore presso il dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, professore alla Facoltà di Scienze dell’Università di Tunisi El Manar nonché professore invitato presso l’Ecole Normale Superieure di Parigi.
Ha pubblicato oltre 180 lavori su riviste scientifiche nazionali e internazionali, coordinando decine di progetti di ricerca, tra i quali il progetto europeo SAVEMEDCOASTS Sea Level Rise Along 1 e 2. È Primo Ricercatore dell’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Il Prof.Anzidei illustra gli impatti dell’innalzamento del livello del mare sulle grandi città costiere
Josè Garcia March, Biologo, Direttore scientifico e Ricercatore principale del Gruppo di Biologia Marina dell’Università Cattolica di Valencia – Spagna. Per tre anni Ricercatore Fulbright negli Stati Uniti. È specializzato nello studio della Pinna nobilis. In quest’ambito ha coordinato il progetto (dotato di finanziamento internazionale) per la messa in salvo di 215 esemplari di Pinna nobilis sani, non contagiati e quindi scampati all’epidemia del patogeno – per certi aspetti ancora misterioso – che ultimamente e in pochissimi anni ha preso a minacciare l’esistenza stessa di questa specie così iconica per il Mediterraneo. Il principale ambito di studio del prof. José Garcia March è stato proprio quello dell’ecologia e della fisiologia della Pinna nobilis, comprese la crescita e la morfologia, la dinamica della popolazione, le condizioni di respirazione e alimentazione in cattività e perfino l’impiego della “sclerocronologia” sulla conchiglia del bivalve per capire quale dovesse essere il “paleoclima”.
Gli anelli di accrescimento apprezzabili sui gusci di molluschi permettono infatti di studiarne la crescita individuale secondo modelli ciclici, ricostruendo lo sviluppo dell’ambiente e del clima nel tempo e nello spazio, sulla base dei dati ottenuti da una moltitudine significativa di individui.
Il Prof.Garcia March illustra il fenomeno della Pinna Nobilis.
Edoardo Tortorici: con questo riconoscimento a lui conferito si è premiata la storia stessa dell’Archeologia Subacquea per eccellenza! Archeologo subacqueo di notorietà mondiale e Presidente (dal 2019, quando fu eletto all’unanimità, e tutt’oggi) dell’IIAS – Istituto Italiano di Archeologia Subacquea, nonché Professore ordinario di Topografia antica presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Catania. La sua esperienza di vita professionale intensamente maturata nella grande Archeologia Subacquea del Mediterraneo raggiunse vette ineguagliabili con la Direzione degli scavi su due dei relitti più importanti del Mare Nostrum: la Iulia Felix, in Nord Adriatico, nell’area di mare prospicente Grado (Trieste); e il relitto arcaico di Gela, in Sicilia.
L’apporto che il prof. Edoardo Tortorici ha saputo dare alla cultura subacquea dell’intero Mediterraneo, esportandone il valore in tutto il mondo, costituisce un’autentica pietra miliare nella storia della ricerca scientifica subacquea applicata all’Archeologia delle acque.
Nella foto da sinistra: Edoardo Pavia Direttore AISTS, il Prof.Tortorici, Paolo Ferraro Presidente AISTS
Adriano Penco: fotografo subacqueo di caratura internazionale, con lui siamo al cospetto di una fotografia subacquea che ha saputo – prima di altri – travalicare gli aspetti tecnici per raggiungere punte di grande spessore artistico e (non a caso) fama mondiale conseguente. Ancora oggi, allorché l’evoluzione delle sue foto subacquee si proietta verso la salvaguardia del mondo sommerso mediante una sua maggior conoscenza, rispetto e tutela, l’opera di Adriano Penco convince sul fatto che la fotografia subacquea sia una vera e propria forma d’arte, degna d’essere esposta ai livelli più consoni e alti. In quanto tale, si può affermare che egli sia riuscito nel coraggioso tentativo di “portare la fotografia subacquea al di fuori della subacquea”, facendone arrivare la trasmissione di valori dal ristretto contesto degli esperti e dal mondo sportivo fino agli ambienti artistici o comunicativi più ampi, andando a colpire e a interessare alle tematiche dell’immersione (e quindi dell’ambiente-mare) perfino il pubblico che normalmente con la subacquea non ha nulla a che vedere.
Di certo Adriano Penco è oggi uno dei “maestri” dell’immagine fotografica sottomarina che tra i primi ha saputo affermare ed esportare quel valore universale – non più solo estetico – della foto cosiddetta “concettuale”…una fotografia subacquea capace di veicolare messaggi potenti, soprattutto quello dell’assoluta necessità e impellenza di proteggere l’universo-mare
François Sarano, oceanografo, subacqueo professionista, capo spedizione ed ex consigliere scientifico del comandante Jacques Ives Cousteau con il quale ha partecipato a una ventina di spedizioni a bordo della leggendaria nave oceanografica “Calypso”. La sua esposizione, riguardante tutta una serie di suoi studi sul campo, con immagini video e fotografiche impressionanti, ne ha rivelato al pubblico di Mare Nordest anche le spettacolari e coinvolgenti doti di appassionato comunicatore. Con un fare istrionico da affabulatore raro, François Sarano ha trasformato in particolare la propria testimonianza delle ricerche che coordina fin dal 2013 per indagare una popolazione di capodogli vivente al largo delle Mauritius in un’esperienza multisensoriale, guidandoci con piglio sicuro e naturale perfino all’ascolto e alla riproduzione dei suoni emessi dai capodogli…i celebri “click”. Anche mimandoli! Il complesso di questi studi mostra evidenze scientifiche nette sul fatto che si tratti di un vero e proprio linguaggio. Un “parlato”, insomma! Articolato, complesso, modulato sulla situazione, diverso per ogni esemplare e al contempo con tratti in comune. Come voci di individui differenti l’uno dall’altro e parole comuni per condividere significati. Con la partecipazione a questi studi decennali da parte anche dei laboratori di genetica dell’University of Western Brittany e quelli di acustica di Tolone e di etologia ed eto-acustica della Sorbona di Parigi, la ricerca ha svelato la struttura sociale del “clan” di capodogli e l’evoluzione familiare cui è andato incontro. Ma soprattutto ha saputo indurre François a rappresentarci dei momenti davvero unici per quanto hanno toccato le corde più profonde del cuore di ognuno. «Vedete questo esemplare? Lui è l’unico uguale a sé stesso, non ce n’è un altro identico. È una unicità. Come ognuno di noi. Ed era libero nel suo ambiente. Ma in quanto tale poteva decidere di andarsene. O magari di aggredirmi. Invece ha scelto di restare! Proprio lì davanti a me. Questo è il punto: ha liberamente scelto di restare. Ci siamo guardati e riguardati a lungo, senza toccarci. Beh…considerato che la scena si è ripetuta molte volte in seguito e che ogni volta era lui a trovarmi, a venirmi incontro, non ho più potuto fare a meno di pensare che fosse lui a voler studiare me, non meno di quanto io stessi studiando lui!» Il messaggio di François è stato in fondo semplice quanto profondo: abbiamo a che fare con intelligenze non inferiori alla nostra ma solo diverse!
L’intero mondo animale – di cui dovremmo ricordarci di far parte, anziché sentircene al di sopra – è pervaso di specie senzienti almeno quanto la nostra, solo con abilità diverse. Nessuno ha potuto nascondere la commozione che ha colto tutti quanti nell’ovazione finale tributata a François Sarano, neppure il direttore dell’Accademia Edoardo Pavia – che aveva simultaneamente tradotto dal francese François benché questo riuscisse a farsi capire a sufficienza anche da chi il francese neppure lo mastica – e lo stesso Presidente dell’AISTS Paolo Ferraro. Davvero un bel momento che, a dimostrazione dei tanti appassionati veri intervenuti, ha mosso come pochi altri la coscienza collettiva verso il tema di fondo del trovare sempre motivazioni per combattere l’indifferenza, per dedicarsi in ogni modo possibile al rispetto della natura e alla sua conservazione.
Nella foto da sinistra: Edoardo Pavia, François Sarano, sua moglie Véronique, Paolo Ferraro
Organizzazione:
Coorganizzazione:
Patrocini:
Collaborazioni:
Junior Sponsor:
Gold Sponsor:
Silver Sponsor:
Media Partner:
Tridenti d’Oro 2024 da sinistra:
José Garcia March, François Sarano, Marco Anzidei, Andrea Alpini ; Paolo Ferraro Presidente AISTS; Edoardo Tortorici.
Roberto Bolelli e Edoardo Natelli General Manager Mare NordEst.
Seduto Adriano Penco Tridente d’Oro 2024
Per quanto riguarda invece il Premio Academy Award 2024 esso è stato conferito a SUEX S.r.l. “The Exploration Company”. Distintasi per lo studio e la ricerca continui intorno alla produzione di veicoli “trascinatori” in immersione, praticamente i cosiddetti “scooter per sub”, sigla tecnica “DPV – Diver Propulsion Vehicle” tanto di ambito civile che militare, senza i quali tutta una certa gamma d’immersioni oggi non sarebbe possibile.
Un’autentica eccellenza nel settore, specializzata nella produzione anche di altre strumentazioni per la navigazione sommersa! E non c’è da pensare solo ai grandi esploratori speleosub indaffarati con complicati attraversamenti di bacini sommersi, bensì anche alla grotta, alla cava allagata, intorno a relitti di rilievo, sopra secche in mezzo al mare o lungo pareti a strapiombo ecc.
Ogniqualvolta insomma occorra avere una lunga autonomia di spostamenti per distanze e tempi considerevoli, ci si esponga a elevata profondità, si abbia bisogno di limitare al minimo i movimenti personali e si viva quindi la necessità di un maggior grado di sicurezza generale.
Da sinistra Edoardo Pavia, Edoardo Natelli, Sandro Fenu titolare Suex, Roberto Bolelli, Paolo Ferraro
Ma oltre alle edotte relazioni dei nuovi Tridenti d’Oro dell’Accademia, dell’Academy Award e agli interventi della ricca conferenza stampa sullo Scuttling ormai previsto nel comprensorio del Parco Navale di Trieste (solo questa ha visto alternarsi ben otto relatori, di cui due da remoto), ci sono stati svariati altri momenti della 3^ Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee in Mare Nordest 2024 a rapire il cuore dei partecipanti, tra ricostruzioni storiche, esplorazioni scientifiche, osservazioni naturalistiche e novità editoriali.
Per esempio il prof. Donato Giovannelli microbiologo e docente universitario della Federico II di Napoli, ci ha condotto (virtualmente, ma è sembrato farlo dal vivo) a bordo del batiscafo da esplorazione scientifica Alvin, una sorta di navicella per l’Idrospazio dai richiami quasi stellari. Il relatore, che ha all’attivo missioni di ricerca sull’Alvin ed è perfino autore di podcast su piattaforma RAI dove racconta in viva voce i momenti in cui il sottomarino giunge su fondali di basalto “a specchio nero” a oltre 2.500 m di profondità, o le incredibili biocenosi intorno alle “black-smokes” sulle dorsali transoceaniche, ci ha trasmesso tutto il senso del trovarsi protagonista dentro ciò che di più simile al viaggio cosmico su un altro mondo abitato si possa immaginare.
E non si tratta d’un modo di dire: le scoperte che questo prodigioso veicolo abissale ha consentito di mettere a segno in campo biologico hanno indotto a riconsiderare la possibilità della presenza della vita su altri pianeti dove molti elementi lasciano pensare che ci siano condizioni ambientali similmente estreme, tipo Encelado, una delle lune di Saturno; o Europa, uno dei satelliti di Giove! (Per chi volesse approfondire quest’ultimo aspetto di un plausibile collegamento tra la vita in fondo ai nostri oceani scoperta con l’Alvin appena nel 1977 e la possibile presenza di condizioni simili su altri pianeti prima ritenuti inabitabili, consigliamo questo video del divulgatore scientifico Amedeo Balbi:
https://www.youtube.com/watch?v=RLb2_WeBkDo
Quando diciamo “Impresa di Alessandria (d’Egitto)”, a tutti noi ormai (o quasi a tutti) viene in mente di cosa si tratti. Eppure è sempre magnifico sentirne la riesposizione, in questo caso a Mare Nordest a cura degli esperti Ugo Gerini, Arianna Somma e Giulio Marceglia, che hanno permesso di divulgare i dettagli e molti retroscena dell’intero svolgimento di un’azione bellica divenuta leggendaria tra quelle del secondo conflitto mondiale.
Come per l’Impresa di Alessandria anche il nome “Sciré” evoca qualcosa di ormai noto ai più ma anche in questo caso è sempre suggestivo ripercorrere la Storia. Fu affondato tempo dopo la famosa impresa di Alessandria durante un’altra azione e da anni è oggetto di immersioni, rilievi e studi dettagliatissimi da parte soprattutto di Fabio Ruberti con il suo team IANTD che più di recente ha visto unirsi a lui il Contrammiraglio Francesco Chionna, a sua volta ex comandante del ComSubIn (Raggruppamento Comando Subacquei e Incursori). Sono promotori del “Progetto di tutela del relitto del sommergibile Sciré” – illustrato nel loro intervento a MNE – che mira con determinazione all’obbiettivo di far decretare la zona quale “sacrario alla memoria” dei caduti italiani a bordo, secondo un’intesa interstatale fra Italia e Israele!
Molti altri ancora sono stati gli incontri pubblici promossi nella Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee in Mare Nordest 2024, ci si dilungherebbe troppo a volerli rappresentare tutti nel loro svolgimento, ma un elenco delle rispettive denominazioni basterà a dare un’idea del rilievo che ha avuto quest’anno la Rassegna:
-Conferenza “Uno sguardo sotto il nostro mare”, di Sara Kaleb e Lorenzo Lucia;
-Progetto di “Restauro delle foreste marine”, con ragazzini affetti da Disturbi dello Spettro Autistico, la collaborazione del Lions Club Trieste Europa ecc.
-Progetto europeo “NAMIRS” a cura della Capitaneria di Porto di Trieste;
-Iniziative del programma “Salvaguardiamo il nostro mare: EDT Europe Direct Trieste”;
-Illustrazione del “Progetto 777 – Ship Tecnical Service”
-Incontro tematico sulla grande Fotografia subacquea e l’agonismo internazionale del settore fotosub, con Michele Davino e Elena Piccoli;
-la “Fari d’Italia RIB Experience” con lo special guest di MNE, il gommonauta siciliano Sergio Davì e le sue traversate oceaniche compiute su speciali gommoni supermotorizzati;
-l’ARPA – Agenzia regionale per l’Ambiente del FVG ha trattato di “Competenza e strumenti dal meteo al clima” con Arturo Pucillo;
-Marco Montagnani con “Parleranno le pietre” e “Il Conte Rosso” (altro storico, tragico affondamento d’un celebre piroscafo italiano…)
-la presentazione della rivista illustrata “Nord Adriatico Magazine”, tra i media-partner di MNE.
– la presentazione della neo-rinata testata giornalistica storica tra quelle che furono le grandi riviste subacquee illustrate d’un tempo: oggi si chiama “Il Mondo Sommerso®”. Un’opera che è in realtà un “annuario”, con le caratteristiche più del libro da collezione che della rivista usa e getta, È significativo – e chiude un po’ il cerchio del discorso – che quasi tutti gli autori del primo numero relativo all’intero 2023 siano Tridenti d’Oro dell’AISTS e che l’Accademia stessa abbia dato alla rivista il proprio patrocinio.
ROMANO BARLUZZI